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al testo di Irene Magni
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Scie di stelle cadute fluorescenti, e già finite, chi sa poi Dove. Pareti D’universo intere dipinte di luce e subito Lasciate vuote. Lenzuola, verso il sole, ad asciugare.
Mentre noi qua giù, distratti Come i nostri gesti discutevamo di bollette E conti Che non tornano mai . il caffè sul fuoco il nostro mondo Così piccolo.
“Ce l’hai moneta” mi chiedi, ora, mentre fuori è già buio e la radio non prende bene, e il led al casello automatico segna che dobbiamo pagare per pochi chilometri un euro e cinquanta centesimi.
Le nostre luci di posizione, altro non sono che lucciole. Smarrite, certo, e poco accorte per frantumarsi a quel modo. Lanciate come dei pazzi, lungo la terza corsia.
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Sederi nudi a pisciare, nella corsia d’emergenza. spazi vuoti Come cieli, e mai nessuno Che se li compri. |
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